Reati fallimentari e bancarotta

Sai cosa prevede il reato di Bancarotta? Il reato di bancarotta consiste nella sottrazione, da parte dell’imprenditore (o di altro soggetto qualificato), del patrimonio sociale su cui è impresso vincolo di garanzia al soddisfacimento delle pretese creditorie. Esistono diverse fattispecie contemplate agli artt. 216 e ss. della Legge Fallimentare:

• gli artt. 216 e 217 L.F.  disciplinano rispettivamente le ipotesi criminose di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice commesse dall’imprenditore dichiarato fallito – c.d. propria
• gli artt. 223 e 224 L.F. prevedono le fattispecie fraudolente e semplici perpetrate da soggetto qualificato diverso dall’imprenditore dichiarato fallito (come l’amministratore, il direttore generale, il sindaco o il liquidatore della società fallita ) – c.d. impropria
• il nuovo Codice della Crisi di impresa e dell’Insolvenza (CCII) ha apportato alcune emende concettuali cosicché il Titolo IX in esso contenuto ospiterà rispettivamente:

1. 1. agli artt. 322 e 323, le fattispecie di bancarotta fraudolenta e semplice proprie;
   2. agli artt. 329 e 330, le fattispecie di bancarotta fraudolenta e semplice improprie.

Il Processo si instaura quando il curatore fallimentare presenta alla Procura della Repubblica una relazione in cui tratta le cause del fallimento, il comportamento messo in atto dall’imprenditore nella gestione dell’impresa e l’eventuale responsabilità di quest’ultimo in ordine allo stato d’insolvenza in cui versa l’impresa. La Procura della Repubblica, una volta rilevata la commissione del reato, iscrive la notitia criminis nell’apposito registro per procedere alla fase delle indagini.

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Reati tributari

Con il D.lgs. 74/2000 è stata introdotta una nuova disciplina dei reati tributari in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto che intende la reprimere i comportamenti direttamente lesivi di interessi fiscali senza dover prima procedere all’accertamento dell’imponibile e dell’imposta evasa.

I reati fiscali disciplinati dalla nuova riforma, per cui possiamo darti assistenza sono:

• • Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (Art. 2)
  • Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3)
  • Dichiarazione infedele (Art. 4)
  • Omessa dichiarazione (art. 5)
  • Emissione di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti (Art. 8)
  • Occultamento o distruzione di documenti contabili (Art. 10)
  • Omesso versamento di ritenute dovute o certificate in qualità di sostituto d’imposta (Art. 10 bis)
  • Omesso versamento dell’IVA (Artt. 10 bis e ter)
  • Indebita compensazione (Art. 10 quater)
  • Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (Art. 11)

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Reati ambientali

Fortunatamente nel corso degli anni il dibattito ambientale ha raggiunto grandi traguardi in merito l’ammissione di correlazione e responsabilità delle persone giuridiche. Va da se che la criminalità ambientale sia fondamentalmente una criminalità organizzata tramite strutture societarie, per questo la responsabilità degli enti per gli illeciti ambientali è stata introdotta nel nostro ordinamento dal d.lgs. n. 121/2011 di recepimento della direttiva n. 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente, dando finalmente un peso reale e concreto al problema. La direttiva infatti richiedeva agli Stati membri di adottare le misure necessarie affinché le persone giuridiche fossero chiamate a rispondere dei reati, previsti ex artt. 3 e 4 della direttiva stessa, in conseguenza di condotte illecite commesse da soggetti con ruoli apicali, sia individualmente sia in quanto parte di un organo, da cui sia derivato un vantaggio per gli enti. 

Nella sua originaria formulazione, l’articolo 2 del d.lgs. 121/2011 contemplava tra i reati anche diverse fattispecie incriminatrici già previste dal Codice dell’Ambiente, quindi la vera e rilevante novità è rappresentata dall’inserimento dell’art. 25 undecies nel d.lgs. 231/2001, con cui si ascrive all’ente la responsabilità per i reati ambientali.

La riforma, infatti, anziché attenersi alle indicazioni comunitarie volte a ricostruire la responsabilità dell’ente mediante una serie di reati di danno e di pericolo concreto si è limitata a riproporre il sistema già delineato dal Codice dell’Ambiente italiano, costituito in larga parte da fattispecie contravvenzionali di natura meramente formale.
In definitiva, ne è derivata una contrapposizione del modello di reati di evento, voluto dalle direttive, al modello di reato di pericolo “presunto o astratto”, prescritto dalla legge italiana.

Qualsiasi sia il tuo problema, puoi contattarci immediatamente per avere la migliore consulenza sul campo, il nostro team di avvocati sarà lieto di poterti supportare nella gestione della tua criticità.